La Lega dei Musulmani in Ticino

Associazione islamica e centro culturale a Lugano (CH)

Surah “Al-Fatiha” (L’Aprente), versetto 7

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بِسۡمِ ٱللَّهِ ٱلرَّحۡمَٰنِ ٱلرَّحِيمِ

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

صِرَٰطَ ٱلَّذِينَ أَنۡعَمۡتَ عَلَيۡهِمۡ غَيۡرِ ٱلۡمَغۡضُوبِ عَلَيۡهِمۡ وَلَا ٱلضَّآلِّينَ ٧

“la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati”.

Tafseer

In questo ultimo versetto è contenuta l’affermazione che già prima della rivelazione del Corano la misericordia dell’Altissimo era operante tra gli uomini, producendo comportamenti fortemente illuminati dalla fede e guidati dal timor di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). Secondo un commento di Ibn ‘Abbâs (che Allah sia soddisfatto di lui) «coloro che hai colmato dei Tuoi doni» sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il martirio testimoniando la fede (shuhadâ) i Devoti (salîhûn).

«quelli che [sono incorsi] nella [Tua] ira»: tutta l’esegesi classica, ricollegandosi fedelmente alla tradizione afferma che con questa espressione Allah (gloria a Lui l’Altissimo) indica gli ebrei («Yahûd»).

A questo proposito sarà bene precisare che nel Corano troviamo tre diversi modi di identificarli: 1) Banî Isrâ’il (Figli di Israele), nel senso di discendenti di Giacobbe (detto anche Israele), destinatari della Legge rivelata a Mosè (pace su di lui); 2) «alladhîna hâdû» (quelli che si sono giudaizzati) e cioè quelle popolazioni diverse dai discendenti di Giacobbe, che hanno abbracciato la religione israelita, e 3) «yahûd» (da Giuda figlio di Giacobbe).

«gli sviati»: sulla base di alcuni ahadith autentici dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), l’esegesi classica ritiene che costoro siano da identificare nei cristiani che accettando il dogma trinitario si sono allontanati dalla purezza monoteistica.

Secondo eminenti commentatori, tra cui Fakhr-d-Dîn ar-Râzi (m.606h/1210), l’espressione avrebbe un più ampio e generale significato e si riferirebbe ad ogni anima perversa e corrotta, negatrice della verità e miscredente.

Tra i tentativi di esegesi contemporanea riportiamo quello di Alberto Ventura (A. Ventura, Commento alla Fatiha, Marietti, Genova 1992), che articola in senso più psicologico-morale l’identificazione dei due gruppi: «Se è dunque evidente chi siano i beneficiari della grazia divina, non vi è accordo fra gli interpreti sull’identificazione di “quelli coi quali sei adirato” e di “quelli che vagano nell’errore”. Svariati commenti identificano queste due categorie rispettivamente con gli Ebrei e i Cristiani, e ciò in base a due altri passaggi coranici (V, 60 e V, 77) che, a nostro avviso un po’ forzatamente, sono stati considerati decisivi al riguardo. Questi versetti parlano infatti di genti con le quali Dio si è adirato (ghadiba ’alayhi) o che hanno vagato erranti (qad dallû), ma è in realtà difficile riferirli ad Ebrei e Cristiani nel loro complesso e non piuttosto a particolari gruppi sorti in seno alla Gente del Libro. È quindi più probabile, come molti hanno sentito, che non ci si voglia qui riferire a particolari professioni religiose – il che, fra l’altro, indebolirebbe alquanto la forza di questa preghiera – ma che l’intenzione sia piuttosto quella di prendere le distanze da due tipologie di peccato spirituale, da due atteggiamenti umani che sono in contrasto con il percorso della retta via».

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